Quota 100: depositate 150 mila domande
Quota 100 è il provvedimento orientato a facilitare il pensionamento anticipato di cui abbiamo parlato anche nel nostro articolo dedicato alle pensioni con quota 100 e al meccanismo di funzionamento.
Con l’avvio di quota 100 sono arrivate le domande di richiesta di accesso alla pensione anticipata. L’INSP ha reso noti i dati aggiornati al 20 giugno che riportano il numero di domande complessive depositate. Il totale è stato inizialmente considerato un successo: ben 150.099 domande in totale.
Cosa ci dice l’INPS in merito?
L’INPS ha reso noti anche i dati di distribuzione geografica delle domande pervenute e il quadro che è emerso è il seguente: Roma in testa seguita da Milano e Napoli. Nella Capitale le domande depositate sono state 11.550 mentre a Milano sono state solamente 6844. A Napoli, infine, le domande sono state 6353. Le grandi città con il minor numero di domande di pensionamento anticipato secondo i canoni di quota 100 sono state Torino, con 5380 domande, e Palermo con 3632 domande.
Flop o successo?
Prima di decretarlo un successo bisogna fare qualche considerazione perché non tutti sono d’accordo con gli entusiasmi sollevati da questa notizia. Le perplessità derivano dal fatto che gli esperti di settore se ne aspettavano molte di più, per lo meno 290 mila. Si stima infatti che entro la fine dell’anno le domande depositate saranno circa duecento mila, ovvero centomila in meno rispetto a quelle previste.
Ed effettivamente questo risultato è nettamente inferiore rispetto a quanto annunciato dal Claudio Durigon, sottosegretario della lega e fermo sostenitore del decreto. Qualche mese fa, infatti, aveva affermato che Quota 100 avrebbe dato la possibilità a 350 mila persone di andare in pensione anticipata.
Stando alla stima dell’INPS, quindi, mancano all’appello almeno 160 mila domande, ovvero il 45,7% di quelle pervenute. A conti fatti manca quasi la metà delle domande prospettate.
Cosa ne consegue?
Sicuramente che 38 anni di contributi per 12 mesi è probabilmente considerato un limite piuttosto elevato per i lavoratori italiani. Inoltre il dato darebbe la conferma che gli italiani non vogliono smettere di lavorare e, infatti, le domande riguardano le categorie più in difficoltà. Tra queste spiccano i dirigenti interessati dal tetto dei cinquemila euro annui cumulati con altri redditi lavorativi. Non convince neanche il taglio dei mancati contribuiti calcolati sugli anni mancanti rispetto al pensionamento anticipato e che arriva fino al 16%. C’è poi da considerare un altro fattore, ovvero quello che copre almeno il 20% delle domande depositate e che riguarda quelle respinte.
Serviva davvero Quota 100?
Difficile rispondere senza sporcarsi di politica, per cui ci limitiamo a raccogliere i fatti e i dati per un commento pulito e scevro di qualsiasi critica di colore. Sta di fatto che le domande non depositate costituiscono un risparmio di quasi un miliardo di euro da destinare ad un altro grande caposaldo del governo: il Reddito di Cittadinanza. Per questo risparmio è stato attuato un congelamento di 500 milioni per la variazione di Bilancio approvata in sede del Consiglio dei Ministri. Alle domande incalzanti sull’esito di questo “flop” né Salvini né di Maio hanno dato risposte. Molto probabilmente allo scadere di questa norma sperimentale tornerà in vigore la Fornero e le sue devastanti conseguenze: età pensionabile a 67 anni e cinque mesi e mensilità che avvicinano ulteriormente i pensionati alla soglia di povertà.