Cosa cercano le aziende nei candidati?
Cosa cercano le aziende nei candidati? Periodicamente le più illustri riviste di business pubblicano approfondimenti in merito a cosa cercano le aziende nei candidati. Abbiamo raccolto le testimonianze e i focus sull’argomento e questo è quanto è emerso dalle più recenti indagini.
Il mercato del lavoro è cambiato drasticamente
Prima di addentrarci nello specifico su cosa cercano le aziende nei candidati ci sembra doverosa una piccola premessa sull’attuale condizione del mercato del lavoro. Un mercato che in brevissimo tempo è stato attraversato da forti cambiamenti che lo hanno reso piuttosto dinamico e competitivo. Sul mercato del lavoro sono emerse nuove figure professionali legati al mondo ITC e digital mentre le vecchie professioni artigianali si sono raffinate compiendo un percorso di ricerca dell’eccellenza. In questo quadro i governi hanno fornito meno garanzie di welfare ma le aziende, almeno quelle più vaste, hanno cercato di compensare queste lacune per migliorare la produttività dei dipendenti.
Cosa cercano le aziende nei candidati? Cosa offrono?
Nell’Europa del nord, per esempio, le aziende forniscono asili nido per i propri dipendenti e, in alcuni Stati questo è un obbligo di legge. Il lavoro, com’è noto, influenza il benessere della popolazione: fecondità, pensioni, spendibilità sono tutte variabili che hanno subito l’influenza del cambiamento del mercato del lavoro.
Per questo sono cambiati anche i modi di selezionare personale, così come anche i modi con cui questo viene gestito, formato e potenziato. Le aziende hanno compreso o stanno iniziando a comprendere che il benessere dei dipendenti si ripercuote sul benessere aziendale in termini di produttività, per cui si è iniziato a sentir parlare di settimana corta, di benefit, welfare e via discorrendo.
L’occupazione in italia
In questo quadro, al novembre 2019, l’ISTAT ha rilevato come il tasso di disoccupazione sia rimasto stabile al 9,7%. L’Istituto Statistico ha diffuso dati riguardanti gli occupati che risultano essere in crescita di 41 mila unità rispetto ad ottobre, portando un positivo +0,2% e che fa salire l’occupazione totale a quasi il 60% della popolazione in forza-lavoro.
Questo dato mostra anche come cresce il numero degli occupati tra i 25 ed i 35 anni ed è incoraggiante se non lo si confronta con il periodo di riferimento, ovvero quello pre-natalizio. Difatti a ridosso delle feste di fine anno le aziende vedono aumentare i flussi di lavoro e assumono con contratti brevi nuove risorse solo per il periodo di maggiore stress.
Quindi bisognerà aspettare i dati di gennaio per tirare le somme circa occupazione e lavoro in Italia. Per tornare alla nostra domanda iniziale, quindi, cosa cercano le aziende nei candidati potenziali?
Soft Skills: ecco cosa cercano le aziende nei candidati
Le soft skills sono tutte quelle capacità che rientrano nell’ambito umano e di socializzazione per dotarsi di team di lavoro affiatati e ben integrati. Quindi problem solving, onestà, affidabilità, gestione dello stress ecc…sono tutte capacità che è preferibile non millantare ma sulle quali un candidato in cerca di lavoro dovrebbe sicuramente lavorare. Si tratta di un insieme di capacità che si dimostrano in sede di colloquio, dimostrando empatia e chiarezza comunicativa. Lavorare sulle soft skills non è complicato anche se in molti ritengono che siano capacità che si sviluppano solamente con l’esperienza.
CV veritiero
I recruiter scartano senza pensarci i curriculum privi dei requisiti base: informazioni anagrafiche e di recapito, autorizzazione al trattamento dei dati e originalità. Sono preferiti i curriculum dettagliati, che consentano eventualmente di trovare conferma di quanto riportato. Meglio evitare i formati europass e dare un po’ di sfogo alla creatività inoltrando curricula in grado di catturare l’attenzione.
Conoscenze basiche
Lingua inglese, pacchetto office e social media sono conoscenze che aiutano meglio a trovare lavoro. Ma questo non è vero per tutte le posizioni lavorative. Certo è che per avere maggiori probabilità di essere i candidati prescelti occorre assicurare al recruiter almeno le competenze di base richieste per il lavoro in questione. Anche se le conoscenze non sono il valore fondante per l’assunzione è chiaro che i candidati preparati sono preferiti a quelli da formare da zero. Si tratta di una questione che riguarda tempo e denaro perché la formazione aziendale ha un costo e, quindi, prima di sottoporre una candidatura è preferibile mostrarsi pronti e preparati.
Flessibilità
La flessibilità che le aziende cercano riguarda sia quella mentale che quella puramente logistica. Per esempio per alcune professioni è richiesta una particolare elasticità mentale che migliora la produttività. In altri casi bisogna esser disposti a lavorare in orari poco “tradizionali”. Non è detto che per lavorare si debba rinunciare alla vita ma è chiaro che se desideri una particolare posizione qualche sacrificio dovrai pur farlo.